ATTENZIONE

ATTENZIONE: In questo blog leggerete anche parecchie cazzate. Maneggiare il tutto con cura.

mercoledì 29 giugno 2011

Idroman Sprint 2011: sopravvissuto

Non sono scomparso per leccarmi le ferite, semplicemente ero via per lavoro senza un accesso alla rete.


Forse è stato meglio così, perché ho avuto modo di riflettere maggiormente sullo Sprint di Idro, su cosa è andato e su cosa non è andato, con la speranza di migliorare e non ripetere alcuni errori.

La vigilia

Questa è la fase maggiormente ricca di errori da non ripetere in futuro. Devo però ammettere che c’è stata una concomitanza di eventi degna del più improbabile allineamento di pianeti.

Venerdì come si è capito ho compiuto gli anni, quindi giovedì sera festa alcoolica e soprattutto a base di salumi con gli amici. Da mercoledì dormivamo sui divani in quanto avevamo il parquettista impegnato con dei lavori in camera, quindi lascio immaginare il mal di schiena. E naturalmente sabato mattina ho dovuto tinteggiare la cameretta, ché in settimana sarebbero venuti a montare il mobilio nuovo.

Insomma, se proprio proprio volevo esordire, non potevo scegliere settimana più inappropriata.

Infine sabato pomeriggio, raggiunto Idro e trovato il campeggio, mi sono dovuto sobbarcare un centinaio di chilometri aggiuntivi in auto per andare a recuperare Edo dai nonni in montagna – PROMESSA SOLENNE – con il risultato che non ho avuto letteralmente il tempo per rifiatare né tantomeno studiare il percorso bici, come m’ero ripromesso.

Il giorno della gara

Mi sveglio dopo una bella dormita, ma intirizzito dal freddo. Brutto segnale. Mi reco comunque alla ZC, scambio di convenevoli con Jolik, e inizio a preparare il tutto. Mi perdo un po’ così che non ho il tempo di effettuare il riscaldamento in acqua. Questo lo ritengo l’errore principale, madornale, della giornata.

Nuoto

Lo sparo della partenza mi sorprende, non s’era capito se si partiva dalla spiaggia o dall’acqua. Va beh, buttiamoci.

L’acqua è gelida. Faccio 3-4 bracciate, ma non riesco a respirare. Mi guardo intorno e vedo che sono tutti di fronte a me. Provo a mettere giù un piede e non tocco. Vengo colto dal panico. Veramente, mai successo prima. I pensieri vanno a mille, so per certo, in quell’istante, che non ce la posso fare. Non riesco a nuotare, mi coglie la paura dell’acqua profonda, vedo la boa lontanissima. Penso ad una disonorevole uscita dall’acqua, ma subito alla delusione che darei a Edo e Francesca che sono sulla spiaggia, a tutti gli allenamenti fatti in questi mesi. E che cavolo, la gente come noi non molla mai. E allora pian piano si parte, veramente stavolta.

Lentamente acquisisco anche un discreto ritmo. Recupero qualche posizione. Con meno difficoltà di quanto pensassi tengo anche una rotta abbastanza lineare. Al giro di boa, nonostante tutto vedo dietro di me che ho alle spalle un gruppetto di altri concorrenti. Non sarò uno squalo, ma non sarò nemmeno l’ultimo ad uscire dall’acqua.

Tra la prima e la seconda boa vado benino, mi aiuto a tenere la rotta stando in scia, senza forzare. Penso ai successivi tratti. All’ultimo giro di boa però, nonostante a sensazione stia nuotando anche benino, parto per la tangente tutto sulla destra. Faticherò a riprendere una rotta diritta verso il gonfiabile.

Nonostante tutto esco che non sono ultimo.

T1

La muta la tolgo molto bene, anzi la parte superiore riesco a toglierla addirittura in corsa. Indosso le calze, nonostante un concorrente mi urli di lasciarle perdere, scarpe, occhiali, casco. Tutto molto bene. Sennonché il patatrac con il pettorale. Nella foga tiro un po’ troppo ed il pettorale si rompe in prossimità della spilla. Cerco di rimetterla, ma la spilla è vecchia (ha fatto Abbot’s Way e Cro Magnon …) e non ne vuole sapere di chiudersi. Provo, riprovo, buco, ribuco. Infine, dopo almeno 2-3 interminabili minuti riesco a chiuderlo e partire per la bici

Bici (Altrimenti detto l’inferno)

Adesso. Quando uno abita in pianura e si è allenato praticamente solo in pianura (fatta salvo la trasferta di Bardi), e va ad esordire in un Triathlon che ha come motto Alive in Hell proprio per le caratteristiche del tratto in salita della bici, sotto sotto un po’ pirla lo è.

Dire che è stata dura è un eufemismo. Ad un primo tratto duro è seguito una lunghissima ascesa fatta di tornanti e drittoni interminabili che non davano un minimo di respiro.

Quei pochi che non mi avevano superato in T1 lo fanno in bici, ma sono tranquillo. Penso solo a pedalare. In cima so che ci arriverò. Un falsopiano dà la momentanea illusione, poi inizia lo strappo finale. Continuo, il piede non lo metto giù, spingo per quello che ho, per quanto ne abbia poco.

Finalmente il giro di boa. E qua è adrenalina pura.

Non sono un discesista, ok, ho tendenzialmente paura, però penso d’essermela giocata. Tocco punte ai 60kmh, quando non ci sono i tornanti spingo sul rapportone, non limitandomi a farmi portare giù dalla forza di gravità.

Il tutto dura non molto, sembra un attimo. Ed eccomi in paese.

Sebbene sia in trance agonistica con la coda dell’occhio vedo i miei supporter, li sento. Apprezzo.

T2

Entro in T2 con le scarpe ai piedi. Inutile stare lì a fare i cinema sganciandole prima per pochi metri, soprattutto a questo punto. Tutto bene, via le scarpe, via il casco, ed ecco che per la seconda volta il patatrac con il pettorale. Non sto qua a farla lunga, basta rileggere quanto scritto prima, ché accade tutto esattamente nella stessa sequenza.

Alla fine piego la spilla, riesco a fissarla alla meglio e parto per la corsa.

Corsa

Devo ammettere che nonostante tutto, nonostante lo sforzo, l’arrabbiatura per il tempo perso, avendo fatto stretching sui pedali negli ultimi metri come visto in alcuni tutorial su Youtube, riesco ad essere reattivo subito.

L’unico errore che mi imputo è stato quello di non essermi studiato in anticipo il percorso che prevedeva un km circa verso nord, inversione, e poi passaggio in prossimità dell’arrivo da dove però si iniziava a correre sul lungo lago.

Errore perché nell’incrociare un po’ di concorrenti in questo tratto li pensavo ormai arrivati, quindi un po’ ho mollato, correndo più che altro in modalità “godiamoci la corsa” anziché in modalità “ultima frazione”.

Non che sia cambiato molto, dai 4’45’’/km magari scendevo a 4’20’’, recuperando cosa? 1 minuto? Però sarebbe stato interpretare nel modo più corretto l’ultima frazione, che alla fine è parte integrante del Triathlon.

Arrivo

Beh, al traguardo sono arrivato comunque contento, mano nella mano con il mio cucciolo, che è una cosa che non è paragonabile a nient’altro. Il tempo finale sarà di 2h04’. Non ultimo, ma quasi. Ma non è questo quello che conta oggi, quello che conta è essere consapevole che posso farcela. Voglio ricordare Malonno 2007, al traguardo con lo speaker che dopo pochi secondi spegne il microfono e gli addetti tirano giù il gonfiabile (anche se mancavano due concorrenti) e due anni dopo 78° al Valdigne sotto le 17 ore.

Prossimi passi

Innanzitutto allenarsi maggiormente. Ho iniziato tutto quasi per scherzo 6 mesi fa. Se a dicembre m’avessero detto che nel giro di poco avrei terminato un triathlon mi sarei messo a ridere.

Devo lavorare su parecchie cose.

Innanzitutto la bici, e su questo non ci piove. Oltre ad incrementare quantità di km e velocità in pianura, se voglio cimentarmi in gare che prevedano del dislivello devo mettere in preventivo, almeno una volta ogni due settimane, un’uscita con salita.

Poi la zona cambio, con una preparazione più scrupolosa d’alcuni dettagli, primo fra tutti l’elastico del pettorale. Niente di ché, però un conto è in un’ultra trail infilarlo con calma, un conto è metterlo di corsa con la foga di un triathlon.

Poi ricordarsi di fare un belò riscaldamento prima della frazione nuoto, per non iniziare col fiato bloccato.

Il resto verrà con l’esperienza Su questo non ci piove.

***

venerdì 24 giugno 2011

E son 40


Intanto oggi si prepara il tutto per domenica. Check list, borse e adrenalina.

***

giovedì 23 giugno 2011

Triathlon: T-Zone

Sto mentalmente entrando nell'ottica gara di domenica a Idro, dove gareggerò nello sprint.

Come ho già detto e ripetuto, forse lo Sprint non è la distanza a me più congeniale, essendo breve e di conseguenza molto tirata, però non ho ancora l'allenamento sufficiente, soprattutto nel nuoto, per affrontare almeno un Olimpico.

Sarà importanta probabilmente, nell'ottica complessiva, la parte relativa ai cambi, in T1 e T2.

Ho studiato dal vivo, mi sono anche allenato per velocizzare il più possibile i vari gesti. Sono però abbastanza tranquillo per questo, anche perché come ho già scritto, per un pendolare ottimizzare i tempi di preparazione è pane quotidiano.

***

mercoledì 22 giugno 2011

Allenamento nuoto: sciallo pre nuoto

Come scrivevo settimana scorsa, l'impatto con la vasca lunga è stato estremamente positivo, tant'è che ho deciso che durante l'estate mi trasferirò per gli allenamenti in vasca a Crema.

Il bello della piscina all'aperto, poi, è la possibilità sperimentata d'arrivare e poter stare un po' in sciallo prima di iniziare l'allenamento.

Un po' di sole, ci si guarda un po' in giro ..., magari ci scappano quattro chiacchere ché qua gioco in casa e conosco tanta gente.

Il tutto diviene molto più rilassante mentalmente rispetto al solito allenamento in cui entri, fai le tue vasche, doccia e a casa.

Tornando all'allenamento vero e proprio gran bella seduta: 400 di riscaldamento, poi un 1000 SL in 20', seguito poi da una serie da 500 in 10'.

Sono tornato a casa stanco, veramente stanco, ma molto soddisfatto.

***

martedì 21 giugno 2011

Triathlon: Idro

Alla fine ho deciso di buttarmi, per cui mi sono iscritto al Triathlon Sprint di Idro che si disputerà domenica.

L'unica velleità che ho è quella di esprimermi al meglio. Non sono allenatissimo, ho avuto tante piccole tegole che mi hanno tenuto lontano dal desiderata, ho avuto cali di tensione e voglia, però se mai provo mai saprò se ne è valsa la pena la svolta che ho voluto dare.

Prima critica: ho elogiato le gare di Triathlon perché partono generalmente al pomeriggio, ed ecco che TAAAC qua si parte alle 8:30 del mattino. Addirittura il Medio parte alle 7:30 ...

Il programma è abbastanza semplice: raggiungerò Idro sabato. Una volta sbrigate le formalità andrò a provare il percorso bici, 20 km a bastone con salita di 10 che si preannuncia duretta. Poi vorrei provare anche a nuotare, così per capire cosa vedrò (a detta degli organizzatori Idro ha acque cristalline ...).

Pernotto in campeggio o a Larzana, approfittando quindi per andare a trovare Edo.

E domenica il via a questa nuova avventura.

***

lunedì 20 giugno 2011

E come ogni fine settimana: WE 24/2011

Forse il week-end più intenso dell'anno. Sicuramente il migliore.

Venerdì - Sabato

Gli impegni di lavoro per una volta favorevoli mi permettono d'avere la prima parte della mattina libera. Decido così d'approfittarne per un allenamento in bici.

L'inizio è stentato, causa fantozziana caduta al semaforo a 400 metri da casa. Per farla breve, mi fermo, sgancio il piede destro, saluto vicina sulla destra, mi sbilancio a sinistra, rovino a terra. Gomito, ginocchio e chiappa sinistra sbucciati, bici graffiata sul manubrio, ma soprattutto duro colpo al morale per la figura di merda rimediata.

Il giro poi prosegue bene, un 30 km circa fatti bene.

Poi parto per Modena, per lavoro. Da lì, nel tardo pomeriggio, una volta finita la riunione direct verso il Passo Maniva. Il progetto, tenuto sapientemente segreto, è d'andare con Simone lungo il percorso del Gran Trail 3V a seguire gli amici impegnati in questa nuova avventura, organizzata dal TRB, sulla distanza di 160 km e circa 10.000 D+.

Ceno con Simone e GP, il quale da organizzatore sarà presente alla Capanna Tita Secchi, luogo di transito a circa 70 km dalla partenza. Abbiamo stimato che i primi amici che passeranno li vedremo alle 4 circa.

Come si vede prima di recarci alla capanna ci rechiamo al ristorante, a fare il pieno di energia per passare la notte all'aperto.

Verso mezzanotte andiamo alla capanna, e aspettiamo.

L'arrivo di Fluido e Maurizio nel buio del sentiero è emozionante. Dissimuliamo un incitamento con accento bresciano, facendoci riconoscere solo all'ultimo con un meno convenzionale "và che faccia da pirla questi due!!!". L'emozione dipinta sul volto dei due amici è indescrivibile e ripaga della lunga attesa. Salta il tappo del Berlucchi con cui festeggiamo. Poi altre urla di incitamento e li vediamo sparire. Attendiamo via via gli altri concorrenti, sino alle 6, quando finalmente passa ancha Slowrunner che ostinatamente non vuole usare i bastoncini.
Rientriamo alle auto, e da lì ci dirigiamo al ristoro del 103° km.


Qua il fattore sorpresa non c'è più, in compenso possiamo anticipare i vari amici lungo il percorso ed accompagnarli brevemente (a fatica).

Le facce sono sempre più provate, il Guglielmo di fronte a noi è nascosto da nuvole nere. Salutiamo gli impavidi, e ci spostiamo al ristoro del 134° km

Qua l'attesa si fa un po' più lunga, aspetto Fuido, ormai lanciato verso un grandioso 5° posto assoluto, veniamo umiliati dal suo passo nel tentativo di correre con lui alcune centinaia di metri, dopodiché stanco morto (io ...) decido d'andare a casa. L'indomani ho un appuntamento.

Domenica

L'appuntamento con Jolik è a Colico di primo mattino. Ci troviamo e dirigiamo a Piona, più che altro perché il lago a Colico è increspato, mentre il laghetto di Piona - un'insenatura più chiusa e quindi più protetta - è più calma.

Predisponiamo la nostra T zone. Perdiamo un po' di tempo nel ragionare come organizzarci, poi basta chiedere a dei vicini di salvietta di darci un'occhiata alla roba, che possiamo iniziare un bell'allenamento combinato.

Nuotiamo nel lago con le mute. Il Garmin dà dei dati da prendere con le molle. Alla fine, rielaborando il tutto a casa posso dire che la distanza è prossima ai 900 metri, in 16'. C'è da dire che abbiamo fatto delle brevi pause per capire che direzione prendere, orientarci, ecc. La sensazione però è buona.

TRATTO NUOTO

Poi scatta a T1, con uscita dall'acqua e cambio veloce per la parte Run.

L'idea è fare il lungo lago, sennonché la strada diventa dapprima una mulattiera, per poi diventare un sentiero a tratti impegnativo. Il percorso di Corsa diventa un trail a tutti gli effetti, ma va bene così lo stesso.

TRATTO CORSA

Finiamo il tutto a base di birretta e panino, aspettando infine il pargolo alla base scout di Colico.

Come ho detto, un fine settimana molto impegnativo, tant'è che oggi si RIPOSA senza sensi di colpa.

***

giovedì 16 giugno 2011

Allenamento nuoto: vasca lunga

Ieri sera allenamento di nuoto impegnativo.

Come al solito la settimana la pianifico, salvo poi dover cambiare i piani di ora in ora ...

Quindi martedì sono andato a correre - un Fartlek in cui ho sofferto più del dovuto a causa della giornata al lavoro molto pesante - ed ho rinviato il nuoto a ieri.

Sono andato alla Comunale a Crema, dove per la prima volta nella stagione ho nuotato nella vasca da 50 metri.

Beh, il salto si sente.

Inizio con il riscaldamento solito, 300 metri misti, così per non partire con il lavoro specifico completamento freddo.

Poi improvviso. Decido che voglio provare a fare 800 metri continuativi, visto che ho sempre fatto serie al massimo sui 400.

La vasca da 50 è più impegnativa inizialmente, non essendoci il rimbalzo ai 25. Poi piano piano mi sembra che quello che inizialmente avevo visto come un fattore aggiuntivo di difficoltà diviene una cosa a mio favore.

La nuotata, senza interruzione, diviene più fluida.

Decido in corso d'opera di fermarmi ai 750, per poi bissare la distanza. Poi sempre in corso d'opera cambio idea, e punto a fare 1000 metri continuativi. Il motivo è in un ragionamento che mi viene in mente mentre nuoto: fare 750 in acque libere senza alcun rimbalzo, equivale a 1000 metri in vasca lunga. Come sempre rinvio all'incipit del blog...

Finita la serie dei 1000 riprendo fiato per 5', più che altro per sistemare a dovere gli occhialini. Poi butto dentro un'altra serie da 500 a stile, concludendo infine con un 200 misto di defaticante.

Esco stanco ma soddisfatto. Ma non è che l'inizio ...

Alle 20:30 arrivano i fighetti dell'Aquagoal, per la partita di fine anno papà contro figli. In realtà si fanno due squadre miste. Morale: sebbene la facciamo nella vasca in cui noi grandi tocchiamo, sebbene giochiamo contro i nostri bambini che pesano nella maggior parte dei casi la metà di me, beh ... la pallanuoto è lo sport più duro che abbia mai affrontato.

Edo, che in partita vedo un po' "timido" ha una notevole forza fisica (e ribadisco: io toccavo, lui no). La palla è pesantissima.

Esco stremato pronto per il 3° tempo. Anche qua non è così facile come poteva sembrare. Mentre la maggior parte dei genitori e bambini è impegnata nelle premiazioni, nel raccontarsela, ecc..., esce dalla vasca la prima squadra che letteralmente assalta il tavolo con le cibarie, senza ritegno, senza scrupoli.

Alcuni genitori mugugnano, io faccio tesoro dell'esperienza maturata ad aperitivi, terzi tempi e ristori: gomiti alti, piedi ben piantati, obiettivi identificati e mai tralasciati.

E' l'unica tattica possibile per portare a casa la cena. Cosa che mi riesce egregiamente alla faccia della "timidezza" degli altri.

E' stata una gran serata.

***

martedì 14 giugno 2011

IDRHO Vs IDRO

Il gioco di parole mi è uscito bene e cade a fagiolo per prendere la prima decisione seria della stagione.

Spendere quel centinaio d'eurini e strapazzarsi per andare domani sera a Rho, al Rock in Idrho, per sentire Iggy Pop e Foo Fighters, oppure investire la pecunia nell'iscrizione allo Sprint a Idro di domenica prossima (il 26)?

Ammetto che ci ho pensato su parecchio, anche perché le occasioni di vedere l'iguana live non saranno più molte, ma diciamo che per ora (ho ancora 24 ore per ripensarci) avrei optato per l'esordio agonistico.

E' tempo che mi dia una scossa, che provi a cimentarmi almeno su distanze brevi e faccia un po' d'esperienza in vista di competizioni un po' più impegnative.

E poi dovrò pur ammortizzare le spese vive che ho già sostenuto: tesseramento e certificato in primis.

Entro 24 ore il responso, anche se il dado appare tratto.

***

lunedì 13 giugno 2011

E come ogni fine settimana: WE 23/2011

Fine settimana piuttosto intenso quello appena trascorso.

Andiamo con ordine.

Sabato mattina per una mia pirlata mi sono dovuto recare a Cremona a ritirare il passaporto. Potevo farlo comodamente recapitare a Crema, ma come detto, una mia errata valutazione di tempi e disponibilità altrui m'ha portato a dovermi fare il viaggio lungo.

Vedendo il bicchiere mezzo pieno, però, ne ho approfittato per:
- vedere all'opera in fase di ricognizione atleti che il giorno seguente sarebbero stati impegnati nel Campionato Europeo di Triathlon Sprint. Atleti veri, mica bau bau micio micio
- approfittarne per allungare verso Nibbiano e andare finalmene a vedere come funziona una gara di Triathlon.

La gara in esame era lo Sprint della Val Tidone, presso la Diga del Molato. Distanza sprint, come detto:
750 mt a nuoto, 20 Km in bici, 5 Km a piedi.

Quello che mi premeva maggiormente era capire un po' i meccanismi della preparazione e dei cambi, per non trovarmi del tutto impreparato.

Preparativi in Zona Cambio
Le bici vengono riposte per la sella. Ognuno ha a disposizione SULLA SINISTRA (particolare molto importante) una piccola area dove riporre la propria roba.  Al di là di come le bici vengono agganciate nulla di nuovo.
Gli atleti fanno riscaldamento come in ogni gara, nuotano un po'. Non mi sembrava ci fosse una gran tensione.

Frazione Nuoto
La prima cosa da dire è vedere in cosa consistono 750 metri a nuoto in acque libere. Sono sceso alla start line e potevo vedere una boa gialla in lontanza. Poi, lontanissima, un'altra boa gialla. Un altro spettatore mi fa: "arrivano alla bo e ritornano?". Io bello convinto:"sì, penso proprio di sì. Quella là in fondo è sicuramente per il medio di domani, troppo lontana". Beh, nulla di più errato. Come vedrò, il giro da compiere era arrivare alla boa lontanissima, girare intorno, arrivare sino alla boa lontana e tornare alla start line. Insomma, un conto è pensare a 30 vasche da 25, un altro vedere in linea retta 300 metri, chè alla fine la boa lontanissima era a rigor di logica a quella distanza ...
Vedo con piacere però che a parte i primi, il ritmo non è dei più forsennati. C'è gente che parte veramente con calma, lo stile non è da parte di tutti dei migliori, c'è anche gente che nuota tranquillamente a rana. Insomma: ho margini, in una gara open, per non arrivare proprio ultimo.

T1
Ho osservato molto attentamente come i vari atleti procedevano, ravvisando comportamenti omogenei ma non univoci.
Innanzitutto la sequenza:
1. Togliersi la muta e metterla a sinistra nella propria area
2. La quasi totalità NON mette le calze. Francamente questo non lo comprendo.
3. Indossare nell'ordine pettorale con elastico esattamente come negli ultra trail, occhiali, casco, orologio
4. Scarpe: qua ho visto una minoranza partire con le scarpe agganciate, la maggior parte farsi il tratto con scarpe ai piedi.
5. Prendere la bici e recarsi a piedi fino a DOPO la linea che delimita la partenza della frazione BIKE.

Osservazioni: basta stare calmi e fare le cose con ordine. Come già scritto, rispetto ad una mattina tipo di un pendolare con figlio da portare a scuola è una passeggiata

Frazione Bici
Niente di particolare

T2
Quello che ho notato è che arrivano tutti sganciandosi le scarpe, per andare alla rastrelliera scalzi. L'ho già provato in allenamento, non è difficile.
Poi, come prima, basta andare con ordine:
1. Riporre la bici
2. Sganciarsi il casco e riporlo a sx della bici
3. Indossare le scarpe
partire

Qua ho notato che molti hanno le scarpe già allacciate, molti con la clip stile Salomon. Francamente non vedo quel gran risparmio rispetto a fare un nodo classico.

Frazione Corsa
Niente di particolare. Qua vedevo gente stremata anche se non mi sembrava andassero così forte. Devo ammettere che da fuori è sicuramente tutto più facile e che non ho visto il percorso ciclistico, per cui resta valido l'incipit del blog ...

Morale: pensavo peggio. C'erano anche tapascioni, gente che sembrava improvvisata, gente che addirittura correva con mountain bike o si è cambiata completamente d'abbigliamento in T2.

Una volta rientrato a casa mi sono fatto una corsa di 10Km, soffrendo un po' per il caldo.

Ieri sono rimasto impegnato tutta mattina e la prima parte del pomeriggio con il torneo di Aquagoal a Cremona. Pranzo finale a base di Gnocco Fritto ...

Una volta rientrato mi sono accasciato sul divano e sulle immagini di La tigre è ancora viva: Sandokan alla riscossa! mi sono addormentato. Risvegliatomi alle 18 avevo 3 opzioni:
1. continuare a dormire
2. vedere l'attacco finale a Mompracem
3. tirare fuori il MIO occhio della tigre e uscire per il combinato che mi ero ripromesso di fare

Ho optato, a fatica, per l'opzione 3.

30Km in bici belli sostenuti - 28KmH di media - T2 - 7 Km di corsa a 4'58'' Km di media con passo controllato sui 160 bpm

Sia in bici che a piedi m'è sembrato d'andare bene. In bici ho alternato un passo regolare sui 30 Kmh a sparate a 35 Kmh.

In T2 ho dovuto affrontare il mio personale coach, che mentre già lottavo col cambio e la mappazza della riproposta di gnocco fritto, zola e cipollotti, m'ha chiesto cosa volessi per cena.

La frazione corsa invece è andata veramente bene, nonostante il caldo e la mappazza che si faceva sempre più prepotente.

Direi ottimo fine settimana, peccato non essere riuscito a nuotare. Vedrò di rifarmi in questi giorni.

***

venerdì 10 giugno 2011

Abile e arruolato

Settimana silenziosa per il semplice motivo che tra una balla e l'altra non ho fatto nulla dal punto di vista sportivo.

Ieri sera ho sostenuto la visita sportiva per poter gareggiare.

Contrariamente agli anni scorsi non sono andato a Soncino, ma a Sesto San Giovanni, al Centro Medico Sportivo. La ragione è stata essenzialmente logistica, più vicina all'ufficio, pagamento col Bancomat, stampa immediata del certificato.

Al di là di questi dettagli devo ammettere che mi sono trovato molto meglio. Un po' più lunga come tempi, però senz'altro molto più accurata. Non ho avuto, in sostanza, l'impressione della catena di montaggio.

Una bella sorpresa è stata aver sostenuto il secondo ECC non dopo i famigerati gradini, bensì sotto sforzo alla cyclette.

Bon, anche quest'anno posso gareggiare. Quando ancora non ho deciso definitivamente, però prima o poi si farà.

Intanto domani andrò a vedere lo sprint a Nibbiano (Sprint della Diga del Molato), organizzato dal Triathlon Piacenza per capire un po' come funziona dal punto di vista logistico, cambi, eccetera. Tanto per non prendere una doppia bastonata nel momento in cui mi cimenterò nella prima gara.

Purtroppo il meteo non sarà ottimale, per cui mi sa sfumerà l'idea di fare un giro in bici, però non si sa mai.

***

sabato 4 giugno 2011

Allenamento nuoto: acque libere

Come annunciato sono andato al mare per il ponte del 2 giugno.

L'intento era principalmente quello di staccare un po' dal tran tran quotidiano, ma ovviamente c'era anche l'obiettivo parallelo che era quello di provare, finalmente, la muta da nuoto.

Giovedì sono rimasto fermo ai box causa mare mosso. In questo caso non ho chiaramente capito come funzioni la cosa: la giornata al mattino non era messa malaccio. C'era il sole - che poi purtroppo nel pomeriggio ha lasciato spazio alle nubi - vento moderato e mare mosso. Al largo, diciamo tra i 50 ed i 100 metri dalla riva, c'era pieno di surfisti. Almeno una cinquantina. Questi, belli nelle loro mute, andavano, venivano, insomma si facevano i cavoli loro. Se però un qualsiasi bagnante provava anche solo ad andare in acqua oltre al ginocchio veniva cazziato dai bagnini. Ora: non mi è nemmeno passato per l'anticamera del cervello di sfidare le onde, però mi è rimasto il dubbio sulla differenza di trattamento.

Venerdì mattina bel tempo - nel pomeriggio ancora pioggia ... - zero vento e mare calmo. Ecco arrivato il momento. Indosso con poca fatica la muta e mi dirigo in acqua. Qua devo dire che un po' mi sono pavoneggiato. Quando poi ho indossato cuffia e occhialini mi sembrava d'essere uno di quelli veri.

Inizio a nuotare e capisco che:
1. la muta protegge, ti dà un bel senso di galleggiamento, ma entra comunque un po' d'acqua dal collo, da dietro.
2. Nuotando in acque libere non hai riferimenti. Devi alzare la testa per capire dove stai andando, per avere una sorta di punto per tracciare una linea non dico retta ma almeno simile.
3. Nuotare nel mar Tirreno è un po' come correre di notte in montagna con la frontale. Lo spettro visivo è limitato ad un paio di metri. Una sensazione strana e onestamente poco piacevole. E comunque diversissimo dal nuotare nel mare della Corsica o della Croazia, dove il fondale, anche in acque abbastanza profonde, rimaneva visibile e ti dava un minimo di riferimento.

Dal punto di vista atletico parecchio diverso rispetto alla nuotata in piscina. Non hai la virata, non sai esattamente quanto hai fatto, non riesci nemmeno molto bene a dosare lo sforzo. Così da profano ho provato a darmi degli obiettivi, dapprima nel raggiungere dei bagnanti che vedevo in lontananza (non mi sono mai allontanato molto dalla riva), poi dandomi l'obiettivo di fare 50, poi 100 bracciate.

Ho nuotata un'oretta, bissando stamattina per 25 minuti. Mi sono limitato perché poi dovevamo purtroppo ripartire verso casa entro le 12.

Tutto sommato un buon battesimo dell'acqua che spero di bissare al più presto.

Come dicevo, infine, mi sono pavoneggiato un po' all'inizio, ma niente in confronto al dopo. L'uscita si è svolta con estrema calma, mi sono sfilato la parte superiore, doccia - lasciando passare naturalmente un gruppetto di ragazze, sfilata finale. Eccheccavolo, mi spacco d'allenamenti, avrò pure il diritto di fare una sfilata in spiaggia?

***

mercoledì 1 giugno 2011

Borsa 3.0

Quando ho iniziato a correre il materiale era abbastanza scarno. Scarpe, pantaloncini, maglietta, maglietta di ricambio.

Punto. Tutto molto semplice, costi contenuti, tutto molto veloce.

Poi ho iniziato a correre con metodo, ed il materiale è cresciuto.

Poi il trail con diversificazione del materiale, con il primo upgrade. Ne avevo già parlato in qualche post.

Da quando a dicembre ho iniziato ad andare in piscina l'ennesimo upgrade di borsa, con il materiale nuoto che si va ad aggiungere a quello della corsa (perlatro in calo avendo accantonato il trail).

Ora mi trovo nelle condizione quotidiana d'avere in auto sempre la borsa pronta sia per andare a nuotare, sia per andare a correre. Posso aderire a iniziative, o decidere di fermarmi in piscina o a correre, con un tempo di preavviso prossimo alla zero (l'unico ostacolo a volte è il portatile che non lascio assolutamente incustodito in auto).

Ieri sera ho preparato la borsa per il ponte, ché partiamo stasera destinazione Viareggio: ho usucapito la borsa che solitamente usiamo per le vacanze.

Già muta e scarpe da corsa hanno occupato metà dello spazio. Tra una balla e l'altra, solo per un paio d'allenamenti, era piena. Mi immagino quando dovrò prepararla in vista di competizioni sulla triplice, con annesso il necessario per la bici - casco, scarpe, ecc.. -

Devo procurarmi una borsa adatta al più presto !!!!

Intanto buon ponte a tutti, spero in un tempo clemente ed un mare perlomeno poco mosso per testarmi sul nuoto in acque libere.

***

IO NON GETTO I MIEI RIFIUTI

IO NON GETTO I MIEI RIFIUTI
Anche io aderisco alla campagna di ST