Mi sento spesso chiedere, parlando con amici e colleghi, come faccia a sostenere una certa costanza e ritmi d'allenamento.
Premesso che al momento i ritmi sono ancora relativamente blandi, ché la stagione invernale influisce notevolmente, oltre al fatto che non ho ancora capito bene come muovermi in ottica triathlon, la risposta è comunque una: faccio vita da atleta e accetto compromessi e sacrifici.
Come la maggior parte della gente che si cimenta in uno sport con costanza, lo sport rappresenta alla fin fine quel di più nella quotidianeità.
Ho un lavoro che mi impegna notevolmente, dal punto di vista mentale e di tempo. Dal lunedì al venerdì mi alzo per le 7, colazione, mi preparo, sistemo il cane, e porto Edo dal nonno. Dopodiché intraprendo il viaggio per l'ufficio, a Milano, che raggiungo per le 9. Quindi 2 ore dopo essermi alzato e già bisinfio.
Cerco d'uscire alle 18, per essere a casa, traffico permettendo, per le 19/19:15.
E' a questo punto che devo riuscire a incastrare le cose per potermi allenare: 2 giorni alla settimana devo andare a prendere Edo in piscina dopo la pallanuoto, quindi mi rimangono 3 sere potenzialmente libere.
Ora: per andare in piscina mi fermo a Pandino, mettendo in conto di rientrare per le 21, cenare da solo e non stare con Edo che pochi minuti. Questo è un grosso sacrificio, per due sere.
In settimana cerco poi d'andare a correre un'oretta, o fare un'oretta di cyclette. Qua cerco di non togliere tempo alla famiglia, quindi cena molto frugale, per poi allenarmi a stomaco pieno.
Poi arriva il fine settimana.
Il sabato mattina per ora preferisco dormire fino alle 9, sbrigare faccende lasciate in sospeso tutta settimana, per poi uscire un'oretta a correre a cavallo dell'ora di pranzo, o nel primissimo pomeriggio (dopo non potrei).
La domenica, infine, levatacce prima dell'alba, per mettere dentro l'allenamento lungo e poter rientrare a fare colazione tutti insieme (ho letto su un blog una divertente frase che diceva che sei un vero runner quando la domenica hai già corso 2 ore, fatto la doccia e 2 colazioni prima che i tuoi famigliari si siano alzati. Niente di più vero).
Tutto questo comporta che debba per forza andare a letto tutte le sere non oltre le 23, il sabato ancora prima, che declini inviti ad uscire il fine settimana visto che devo alzarmi presto.
Senza contare non pasticciare agli aperitivi, cenare con parsimonia altrimenti si ripropone, cercare in poche parole d'essere sobrio pena scoppiare.
Vista così è una vitaccia, sopportata anche da chi mi sta vicino, però poi quando i risultati si vedono (sia dal punto di vista atletico/sportivo che fisico e mentale) è una vitaccia che ritengo valga la pena sostenere. E questo, confortante, è condiviso dai famigliari.
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2 commenti:
ho perso il conto di quante volte i miei si alzano ed io ho già mangiato, corso, docciato e ancora mangiato... e ti assicuro che i miei non sono dei dormiglioni...
mi piace il nuovo ritmo del tuo blog, bravo Carlo.
Simone
a questo proposito, Otranto Luglio 2007. Preparavo la maratona.
La prima mattina esco alle 8 e quasi collasso dal caldo. anticipo alle 7, idem.
Trovo il giusto orario alle 5:15.
Un'ora di corsa, alle 6:15 a casa, doccia e mi re-infilo a letto.
Alle 9 il resto della famiglia, ignara di tutto, si alza e mi cazzia perché devono sempre aspettare me per fare colazione
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