ATTENZIONE

ATTENZIONE: In questo blog leggerete anche parecchie cazzate. Maneggiare il tutto con cura.

giovedì 31 marzo 2011

Allenamento bici: uscita infrasettimanale

Ieri avevo un impegno di lavoro fuori ufficio. Questo significa non avere a priori una stima attendibile di quando poi arriverò a casa, quindi mi ero prefissato di cercare d'andare in piscina. Ormai la borsa è sempre pronta nel bagagliaio (dovrei mettere il cambio anche per la corsa per essere sempre operativo anche su quel fronte).

Fattostà che fortunatamente ieri dal cliente è andata molto meglio del previsto, tutti contenti, per cui mi sono liberato presto. Arrivo in prossimità della piscina ed incrocio un ciclista. Guardo il sole ancora alto e mi dico: oggi bici !!!

Arrivo a casa, mi cambio in pochi minuti, ed eccomi pronto a sfruttare al meglio l'occasione offertami inaspettatamente.

Giro relativamente corto, 33 km circa, in cui ho cercato un po' di velocità con pedalata agile (sono sempre con la prima moltiplica).

Il lungo rettilineo che da Montodine va a Bagnolo si presta ottimamente allo scopo: un po' noioso, ma il fondo è la quasi totale mancanza di curve rappresentano un bel terreno per cercare questo tipo d'allenamento.



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martedì 29 marzo 2011

La luce

Finalmente l'ora legale!!!

Lo dico in virtù del fatto che una volta uscito dall'ufficio arrivo a casa con il sole che ancora splende in cielo.

Questo mi invoglia ad allenarmi. Lo so che non dovrebbe essere così, che dovrei avere voglia anche con il buio, però sono fatto così.

Ieri sera arrivato a Pandino non ho avuto dubbi, ho svoltato per la piscina e senza indugi, nonostante fosse anche più tardi del solito, sono entrato e sostenuto un bel allenamento.

In particolare ieri ho provato, dopo 600 metri di riscaldamento, 2 piramidi veloci: 25-50-75-100-75-50-25

Alla fine della seduta ho chiuso con 1600 metri, però più intensi del solito, che in fin dei conti, allenandomi per uno sprint, devo anche cercare un po' di velocità su distanze non eccessive, anche nel nuoto.

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lunedì 28 marzo 2011

Allenamento bici: primo Millino

Come da programma sabato ho affrontato la prima uscita in bici con dislivello.

Il percorso l'avevo studiato bene, ben supportato dal padrone di casa, e devo ammettere che è stato all'altezza delle attese. Meteo splendido anche se molto ventoso.

Partendo da Gozzo, frazione di Bardi, mi sono diretto verso Bore, dopodiché Pellegrino Parmense, Varano de Melegori, Bardi e rientro.

Un totale di quasi 75 km, per 1100 m di dislivello positivo.

Prime considerazioni: in bicicletta la salita è molto più faticosa che a piedi. Se a piedi puoi anche rallentare e al limite fermarti per riprendere fiato, in bicicletta devi continuamente spingere sui pedali. Come corollario MAI fermarsi in salita, come ho stoltamente fatto, ché poi ripartire, se non hai un'area pianeggiante da sfruttare per agganciare il secondo pedale in fretta, diventa molto difficile.

Altra caratteristica della salita è che se appena appena molli e la velocità si azzera rischi anche di cadere, avendo i pedali agganciati e non avendo magari il tempo per staccarsi. Fortunatamente non ho corso tali rischi.

Devo ammettere che nonostante la fatica a livello muscolare sono messo discretamente bene.

Poi c'è la discesa. Una volta mi è stato detto che in bici "la discesa è gratis". Beh, sarà anche gratis, però richiede una concentrazione al limite. A tratti devo ammettere che ho avuto paura, specie quando vedevo il contachilometri avvicinarsi ai 50 kmh e pensavo che stavo su un copertoncinco di un dito ... Quindi mani sui freni e pochi rischi.

Detto questo penso d'aver portato a casa parecchie piccole lezioni: coprirsi bene in discesa, ma non esagerare in salita. Avere con sè dei gel energetici, chè quando la benzina finisce è finita (non mi è capitato, ma ho rischiato). Tenere una borraccia con sali e non due con sola acqua, specie quando si suda parecchio.

Il fine settimana sportivo si è purtroppo ridotto all'uscita in bici, ché ieri ho dovuto lavorare tutto il giorno in giardino. Piccola nota per aspiranti sportivi: se volete aver tempo per allenarvi adeguatamente andate a vivere in appartamento oppure assumete un giardiniere.

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venerdì 25 marzo 2011

Buoni propositi: WE 12/2011

Inizia stasera un fine settimana che si preannuncia scoppiettante.

Stasera mi aggrego alla truppa Trail con cui lo scorso anno ho condiviso il TA del Cavallo Bardigiano per il bis a Bardi.

Mi aggrego per la compagnia, per il ragù di funghi porcini che allieterà il suntuoso terzo tempo.

E visto che non ho nelle gambe km e dislivello anche solo per pensare d'aggregarmi mi porterò la bicicletta per farmi un bel giro di una 70ina di km ondulati, tanto per iniziare a capire cosa voglia dire pedalare in salita.

Per domenica, invece, stante un fastidioso doloretto alla pianta del piede che non voglio sottovalutare, penso che andrò in piscina.

Devo ammetterre che questa settimana ho battuto un po' la fiacca, con un solo allenamento (tosto) in piscina. Sono stato un po' impegnato in ufficio, un po' di stanchezza, ma queste sono solo stucchevoli scuse. Non ho trovato abbastanza motivazioni. Vedrò di rifarmi da domani.

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lunedì 21 marzo 2011

Calze

Alcuni anni fa in compagnia avevamo una sorta di tradizione: il primo giorno di primavera non si mettevano le calze. Senza se e senza ma. E chi, causa giornata incerta, cedeva era deriso.

Prendo spunto dal calendario odierno - FINALMENTE è arrivata !!!! - per un paio di considerazioni sull'uso delle calze.

Sembra a prima vista un argomento privo di senso, tuttavia navigando tra forum dedicati al Triathlon, ho potuto vedere che al fine di ottimizzare i tempi in T1 - Transizione Nuoto/Bici - molti atleti non indossano le calze.

Questo comporta percorrere la frazione di bici, ma soprattutto la frazione podistica a piedi nudi.

Il motivo, come detto, è risparmiare quel minuto in T1, che in alcune gare ha anche un senso: tirare giù un minuto sulla frazione di corsa da 5 km è impresa titanica. Questo perché asciugarsi il piede velocemente, e infilarsi le calze con il piede umido potrebbe non essere agevole, specie con la foga della gara.

Tuttavia vorrebbe dire abituarsi a correre senza calze. Conosco gente che lo fa già, ma francamente la cosa mi lascia perplesso.

Perplessità che sale anche osservando alcuni filmati di gare in cui vedo che in T1 tantissimi atleti tengono le scarpe già agganciate ai pedali e corrono con la bici a mano sino alla riga di partenza, magari a piedi nudi su terreni non sempre pulitissimi.

E' una cosa che devo studiare attentamente.

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sabato 19 marzo 2011

Allenamento Bici: qualità dell'asfalto

Ieri come da programma sono uscito in bici.

Ero stato a casa in ferie apposta, fiducioso nelle previsioni meteo che davano per le 13:00 CET sole e 18° C.

A dire il vero alle 10 mi sono visto ridere in faccia, allorché di sole non c'era ancora ombra, ma poi ... TAAAC giornata meravigliosa e via.

Avevo in mente di fare una cinquantina di km, agili agili, e mi sono diretto via Marzale verso Montodine, seguendo poi per Gombito.

Non conosco molto bene la zona, per cui girato a Formigara e seguendo per S.Bassano pensavo d'arrivare verso Soresina, ma mi sono trovato a Corte Madama, per cui alla fine, per evitare la Castelleonese, il giro è risultato di soli 45 km

Diciamo che alla fine mi ha lasciato un po' d'amaro in bocca non tanto d'avere fatto quei pochi km in meno del preventivato, quanto d'essermi andato ad infigare su una serie di strade penose dal punto di vista dell'asfalto.

In particolar modo a San Bassano il fondo stradale era talmente penoso, ma penoso è già un complimento, che pur tenendo relativamente alto lo sforzo, la velocità è crollata dai 30 kmh ai 20/21.

Un 30% in meno solo a causa dell'asfalto. E non sto parlando di stradine di campagna, ma di una strada provinciale che serve delle aziende che da fuori erano di tutto rispetto, per dimensioni e numero di auto parcheggiate.

Una vera pena, di cui la provincia di Cremona dovrebbe spiegare il motivo. Non parlo tanto di buche invernali, ma di un fondo che da anni sicuramente non ha avuto manutenzione.

Giro assolutamente da evitare in futuro.

Un commento infine sui dossi rallentatori in gomma, quelli della 3M. Sono praticamente delle lame per un copertoncino di bicicletta da corsa.



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giovedì 17 marzo 2011

Allenamento nuoto: piramide (in compagnia)

Stamattina come programmato allenamento in piscina, sfruttando la giornata festiva.

Devo dire che nuotare con fuori la luce è stato abbastanza strano, avendo praticamente sempre e solo nuotato nelle buie serate invernali.

Oggi avevo in mente di provare la Piramide, suggeritami da un amico nuotatore master: dopo il riscaldamento (ormai 500 canonici misti) fare a stile:
100
200
300
400
300
200
100

Tra una serie e l'altra pausa variabile, a seconda della distanza appena percorsa.

Non essendomi ancora procurato un orologio non ho idea dei tempi, però ho concluso l'allenamento con un 200 defaticanti a rana in un'ora complessiva, per cui sono abbastanza soddisfatto.

L'unica perplessità che mi è rimasta è stata un po' di mancanza di fiato, nel senso che non sono riuscito a passare alla respirazione ogni quattro bracciate, ma l'ho mantenuta ogni due per tutto l'allenamento. 

La soddisfazione maggiore, tuttavia, oggi arriva dalla compagnia d'eccezione che mi sono portato appresso: Edo stamattina m'ha chiesto di venire, stante il fatto che oggi avrebbero saltato l'allenamento di pallanuoto.

Il fighetto viaggia, non c'è che dire. Si è sparato una cinquantina di vasche anche lui, ed anzi poco fa mi ha chiesto se avevo voglia di fare un bis in serata. Beh, ha 9 anni ... se non ha energie lui ...

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mercoledì 16 marzo 2011

Allenamento Triathlon: le diverse respirazioni

Come ho già avuto modo di dire, sono un assoluto principiante nel Triathlon, quindi tutto quello che scrivo è da prendere con il beneficio del dubbio, anzi, con la ragionevole consapevolezza che potrebbero essere delle emerite cazzate frutto di ignoranza, la mia, che pian piano cercherò di colmare.

Innanzitutto l'assunto principale è che il Triathlon non è l'unione di tre sport diversi, ma la loro combinazione. In termine matematici potrei dire che 1+1+1 = 4

Allenarsi per il Triathlon, quindi, è molto diverso che allenarsi specificatamente per un singolo sport.

Detto questo, passo all'argomento su cui riflettevo ieri: i diversi modi di respirazione.

Molto banalmente, prima di iniziare a nuotare pensavo molto stoltamente che avendo fiato nella corsa automaticamente l'avrei avuto nel nuoto, e viceversa, migliorando nel nuoto avrei avuto benefici nella corsa. Niente di più sbagliato.

Si tratta quindi di dover allenare tre metodologie diverse di respirazione, con la zona aerobica da "trovare" in modi sostanzialmente diversi.

Corsa: inizio a parlare della corsa che è lo sport che conosco senz'altro meglio. Qua io respiro ogni 4 passi. Questo bene o male è il modo che ho di individuare la mia zona d'allenamento di corsa lenta e corsa media. Solitamente non faccio eccezioni. Quando voglio fare una sparata rimango quasi sempre comunque entro i quattro passi, per passare ai 3 solo quando sto veramente tirando. Passare alla respirazione ogni 2 passi significa per me essere completamente fuori soglia, e riservo questa cosa solo per gli ultimi metri di una ripetuta breve, quando veramente non ne ho più.

Nuoto: ovviamente parlo dello stile libero. All'inizio volente o nolente respiravo ogni due bracciate. Non riuscivo altrimenti. Adesso dopo tre mesi che nuoto regolarmente funziona che durante la fase di riscaldamento mantengo la respirazione ogni due. Quando poi inizio con lavori specifici passo a quattro. In cuor mio so che sarebbe meglio stare su un numero dispari, ma respirare a sinistra mi viene veramente male. La respirazione ogni quattro riesco a mantenerla per ritmi anche relativamente diversi. Ho in programma d'inserire ripetute veloci sui 25 metri. Vedrò quando ci sarò come gestire.
Bici: al di là della numerazione - due,tre o quattro - nella corsa e nella bici inspiro ogni tot movimenti, espiro ogni tot movimenti. Una cosa regolare. Con la bici questo non riesco a farlo, né penso sia possibile. Mi trovo quindi nella condizione di respirare quando ne ho bisogno, mantenendomi ovviamente in zona aerobica. E' un po' strano non avere un qualcosa che mi regoli, tuttavia non vedo alternative. Sulla bici, tuttavia, ho talmente poche uscite nel carniere che mi riservo di tornare nuovamente sull'argomento.

Buoni propositi PONTE

Ebbene sì, si parla di PONTE. Venerdì sono a casa, per cui ne approfitterò per allenarmi.

Stasera salta la piscina per impegni extra, per cui appuntamento in vasca domani mattina.

Venerdì sfrutterò l'unica finestra meteo favorevole per togliere polvere alla bici.

Sabato e domenica corsa, sotto la pioggia.

Un bel programmino.

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martedì 15 marzo 2011

Allenamento nuoto: gli occhialini

Gli occhialini sono uno strumento fondamentale, essenziale per allenarsi nel nuoto.

A essere onesti è una di quelle cose, come la posta elettronica, che fino a qualche anno fa non avevi, andavi avanti benissimo, mentre ora non riusciresti a concepire di farne a meno.

Ricordo tutti gli anni spesi a far corsi di nuoto, da bambino, in cui non avevo nulla, tornavo con gli occhi rossi e andava tutto bene.

Forse il fatto di non essere un "nativo-occhialinato" fa sì che non sia in grado di scegliere un modello adatto.

Cosa succede? Succede che ho acquistato quelli che sembrano adattarsi al meglio alle mie esigenze. Forma, taglio, eccetera, sembra tutto a posto.

Se non ché, alla prova dei fatti ho dei problemi. Inizio e da un occhio mi entra regolarmente acqua. Non c'è verso d'iniziare un allenamento senza almeno due vasche d'assestamento. Le ho provate tutte. Ma questo è il minimo, ché alla fine riesco a risolvere la cosa.

C'è infatti il discorso del dopo. Mi lasciano dei segni profondissimi, delle occhiaie da compressione che a volte mi porto appresso anche il giorno seguente, anche dopo aver dormito. E ad essere onesti faccio paura, altro che occhio della tigre. Sembro un tossico incattivito.

Ho provato a tenerli meno stretti, con l'elastico alto, basso. Niente.

L'alternativa sarebbe provare altri modelli, ma francamente mi scoccia procedere ad un altro acquisto alla cieca, considerato che questi non sono propriamente il modello entry-level come fascia di prezzo.

Ho visto anche che c'è gente che usa delle specie di mascherine, ma francamente mi sembrerebbe di sovraccariare la faccia, perdendo in fluidità.

Un bel dilemma ...

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lunedì 14 marzo 2011

Ripensare al blog

In questo periodo d'entusiasmo da principiante del Triathlon sto scrivendo parecchio.

Diciamo che la novità sportiva si accompagna ad un rinnovato spirito di condivisione in rete, che costituisce anche un buon circolo virtuso.

Avendo un blog in cui scrivere quello che faccio stimola indirettamente anche l'allenameno, ché senza allenamento cosa potrei raccontare?

Stavo però riflettendo che il Blog, così com'è è vecchio, da rivedere.

Il primo post risale all'estate 2007, un tempo biblico quando si parla di rete, e a parte del restyle visivo, non ho mai ripensato alla sua struttura, che giocoforza risulta un po' obsoleta.

I post da una parte, alcune informazioni e qualche link dall'altra, la possibilità di mettere un commento o un feedback - messi più che altro per dovere che per una reale volontà di ricevere delle valutazioni - mi sembrano una cosa vecchia, superata.

Pian piano sto cercando di mettere link con Garmin connect, pubblico il medesimo link su Facebook, ma è qualcosa di tipo tattico, non strategico pensato per bene.

Devo ragionarci su, per rendere lo strumento un po' più moderno, mantenendolo però snello e facile da aprire - mi perdoneranno gli altri blogger, ma ci sono alcuni blog che ci mettono mezz'ora per aprire la homepage con mille link esterni - TROPPO PESANTI !!!!

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domenica 13 marzo 2011

Allenamento corsa: correre con la pioggia

Come scrivevo ieri, le previsioni del tempo davano acqua, e acqua è stata.

Complice il pensiero di tornare bagnato come un pulcino infreddolito, il fatto che la FIASP odierna è la peggiore del Cremasco (a mio parere, il tutto con il massimo rispetto per gli organizzatori di Rivolta d'Adda sia ben inteso), il fatto che le condizioni ambientali famigliari erano ottimali per favorire il lungo a letto, mi sono alzato relativamente tardi - 9:30 - colazione con calma, e poi con moooolta calma mi sono preparato per uscire.

Devo dire che in queste occasioni, quando ho poca voglia, recupero quasi inconsciamente a ritmo lentissimo l'abbigliamento, quasi a cercare una scusa per by-passare.

Beh, di riffa o di raffa ad un certo punto mi sono trovato fuori a correre, sotto al diluvio, ché nel frattempo la pioggia è andata intensificandosi.

La faccio molto breve: quando al semaforo mi sono dovuto fermare ad aspettare il verde ed ho notato che tutti gli automobilisti passando mi fissavano, molto onestamente non ho pensato d'essere un chissà che eroe, virtuoso atleta, uomo di ferro o altro. Semplicemente mi sono sentito un pirla che al posto di godersi una domenica mattina piovosa in casa davanti al camino, indugiando con il giornale ed una colazione lunga, era fuori a prendere acqua e freddo per un non meglio precisato obiettivo (chè alla fine non è che abbia una qualche gara in previsione).

Ed anche dopo, lungo il Marzale, non incontrando nessuno, ma dico proprio nessuno, ho pensato che ero veramente l'unico pistola di giornata, con buona pace di chi decanta la poesia di correre in solitudine.

La corsa tuttavia è andata bene, alla fine la giacca antipioggia fa sempre il suo sporco lavoro, quindi mi sono lasciato andare, senza guardare nemmeno l'orologio, nascosto sotto lo strato impermeabile, ma cercando confidenza con passo, battiti cardiaci a sensazione, e micro obiettivi.



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sabato 12 marzo 2011

Previsioni meteo

Mi sono fidato delle previsioni meteo, per cui stamattina corsa di 10K al Marzale.

Corsa "limitata" nel senso che ho impostato il Garmin sul Personal Assistant a 5'00'/km in modo da tenere il passo il più regolare possibile, cosa che con il trail ho un po' perso (prima riuscivo a percepire la differenza di un paio di secondi per km).

La corsa è andata bene, fatta in scioltezza, ma non ha ancora piovuto, quindi un po' le balle girano nel vedere la bici prendere polvere in garage.

Adesso da un lato sto aspettando che si metta a diluviare, dall'altro penso a domani mattina che ho in programma il bis podistico.

Stamattina il vento era abbastanza forte, il che m'ha portato a pensare a chi si allena magari tutta la stagione per una gara, una sola gara in cui tentare di tirare giù il PB, e poi si trova di fronte a variabili esterne come vento, pioggia, asfalto danneggiato, e tutto quello che è fuori dal proprio controllo e ti mandano a monte mesi di sacrifici.

Da rammentare il giorno in cui deciderò di pormi nuovamente obiettivi cronometrici.



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venerdì 11 marzo 2011

L'ultimo miglio

Ci siamo quasi. L'inverno sta per lasciare il passo alla primavera, al bel tempo, al sole, alla luce, al caldo.

Chi mi conosce sa che odio il freddo, odio il fatto che venga buio presto.

Siamo ora nell'ultimo miglio, quello più difficile. Il traguardo si vede, le forze iniziano a scarseggiare, c'è l'ultima asperità da superare.

Dopo un timidissimo abbozzo di primavera, vista principalmente dalla finestra dell'ufficio, da stasera ecco che il generale inverno piazzerà il colpo di coda.

Pioggia, pioggia e pioggia per tutto il fine settimana, per buona parte della settimana prossima.

Insomma, previsioni pessime che influiranno non poco sugli allenamenti, invero al rallenty in questi giorni.

Buoni propositi WE 10/2011

Bella domanda. Quasi sicuramente bicicletta che rimarrà parcheggiata in garage, corsa al Marzale (non se ne parla d'andare alla tapasciata FIASP di Rivolta d'Adda - a livello di percorso tra quelli che proprio non mi piacciono, e poi è lontanuccio).
Magari, visto il tempo, potrei andare a nuotare, in barba ai piani vari.

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giovedì 10 marzo 2011

Allenamento nuoto: la cuffia

Approfitto di un contrattempo ocorsomi ieri per alcune considerazioni sulla cuffia.

Ieri sera mi reco in piscina, e come sempre prima di passare il tornello - e conseguentemente andare a scalare gli ingressi - passo in rassegna la borsa per verificare d'avere tutto l'occorrente.

Costume - taac - occhialini - taac - ciabatte - taac - cuffia .... cuffia ... ho dimenticato a casa la cuffia.

Breve riflessione, valuto se spendere 5 eurini per una cuffia nuova che mi servirà una sola volta, ché a casa abbiamo almeno 5 cuffie, decido che no, posso rimandare, ed eccomi sulla strada di casa.

Mentre rientravo, un po' amareggiato per la mia dabbenaggine, pensavo all'obbligo di cuffia.

Non ho capelli, quando quei pochi che ho ricrescono raggiungono al massimo 1 millimetro, per cui dal punto di vista igienico è difficile argomentarmi che potrei andare a intasare chissà cosa.

Inoltre quando in estate lavoravo come bagnino [gran bei tempi ]e la mattina mi toccava pulire la vasca, nonostante facessimo rispettare diligentemente l'obbligo di cuffia, trovavamo comunque dei blocchi di capelli che si formavano sul fondo. Quindi la cuffia non serve poi a molto.

Infine, considerazione personalissima finale, ci sono di quelle mezze scimmie che nuotano, che tra gambe, braccia, torace e schiena (!!! orrore!!!) altro che cuffia dovrebbero portare. Ci vorrebbe l'obbligo di muta al neoprene.

Devo ammettere, tuttavia, che la cuffia, nonostante tutto quanto ho scritto, la indosserei ad ogni modo, ché ho notato che alla fine favorisce lo scivolamento dell'acqua. Molto banalmente trovo già diverso nuotare con quella in lattice rispetto a quella in tessuto.

Alla fine di questo post la morale, comunque, è che ieri ho saltato e che mi toccherà recuperare stasera, giorno pari, con l'affollamento in corsia che già prevedo. Male ...

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lunedì 7 marzo 2011

Allenamento nuoto: tempi

Sono ormai 3 mesi circa che ho iniziato ad andare in piscina a nuotare.

Avvicinarmi al nuoto dopo tanti anni in cui le uniche attività natatorie non sono state altro che lo sguazzamento estivo o tutt'al più per recuperare dopo alcuni ultra trail, m'ha spinto a lanciare finalmente il cuore oltre l'ostacolo e provarci col triathlon.

Resta il fatto che considerandomi un pivello totale non ho fatto altro che nuotare, avanti e indietro, magari cercando di variare gli stili, utilizzando pull boy o tavoletta, incrementando settimanalmente le distanze, ma senza un approccio scientifico.

Ad oggi non ho idea nella maniera più assoluta di quanto tempo ci metta a fare 100 metri, ma nemmeno 25.

Non ho alcun riferimento cronometrico. So più o meno a che ora entro in vasca, so più o meno a che ora esco, ma considerato che qualche pausa fisiologica ce l'ho, tra una serie ed un'altra, non saprei veramente quantificare a che ritmo vado.

Forse è tempo di dotarsi di un orologio waterproof e cominciare a tener traccia delle varie serie.

Unico problema che vedo è il fatto che non essendo capace di fare la virata (sic!) i miei tempi saranno giocoforza influenzati dal tempo necessario per toccare e girarmi (escludo di mettermi a provare la virata; se non ho imparato fin'ora è destino che continui così, e poi in acque libere mica mi servirà!!!)

Stasera comunque nuoterò ancora alla cieca, andando ad incrementare un poco il volume complessivo, e avvicinarmi ai 2500 totali.

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domenica 6 marzo 2011

Imparare dai propri errori

Ovviamente tutti nella vita hanno delle priorità.

Al primo posto io ho la mia famiglia.

Poi viene il lavoro, ché senza non ci sarebbe probabilmente né famiglia né il resto.

Tutto il resto viene necessariamente dopo. A prescindere.

Per una persona che abbia una famiglia ed un lavoro, praticare uno sport in maniera costante significa necessariamente combattere quotidianamente, nel vero senso della parola, per trovare lo spazio necessario.

Nonostante siano alcuni anni che ormai pratichi lo sport con obiettivi non puramente ludici, pare non abbia ancora imparato alcune regole basilari.

La sistemazione del giardino, del garage, lavoretti vari, ecc.DEVONO andare in coda all'allenamento prefissato, non ce ne sono di balle.

Non posso continuare a prendermi in giro dicendomi che il sabato prima sistemo il garage e dopo vado a correre. Lo so già che alla fine sarò senza forze, che il tempo volerà senza che me ne sia accorto, che quando avrò finito sarà tardi e la voglia di cambiarmi e uscire per la seduta sarà sotto zero ed il richiamo del divano avrà la meglio.

E' successo decine di volte, perché ostinarsi a mentire a sé stessi , come ho fatto ieri.

Sistemato il garage, alle 16, quando ho finito dopo quasi 7 ore di lavoro, ero talmente spossato che dopo la doccia sono crollato sul divano, altro che farsi 14 km a ritmo allegro.

Ho recuperato stamattina, con una bella uscita in bici, complice anche la bella giornata (seppur ancora frizzantina dal punto di vista della temperatura). Classico giro a Caravaggio, tutto il solitaria, per un totale di 57 km.

La media ha risentito dei numerosi stop forzati tra semafori, incroci, pavè del Santuario, ma devo dire che quando ho avuto le condizioni favorevoli la gamba ha reagito bene, con andature nell'intorno dei 30 km/h.

Bene così.

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venerdì 4 marzo 2011

Allenamento Triathlon: primi danni collaterali

Per ora la parola Triathlon rimane sospesa nell'aria, quasi con timore reverenziale.

Un conto è alternare allenamenti di nuoto - bici - corsa, un altro è allenarsi con un approccio sistemico.

Al momento il "mio" triatlon è solo una ricerca dell'equilibrio tra le 3 discipline. Sto studiando.

Però inizio a vedere i primi danni collaterali: l'esplosione dei materiali, nella fattispecie dell'abbigliamento e annessi e connessi.

Quando ho iniziato a correre avevo un paio di pantaloni, un paio di scarpe, una canottiera. Un giorno correvo e poi facevo andare la lavatirce, un giorno la roba asciugava. Ed il tutto era molto semplice da gestire.

Poi ho aumentato la frequenza degli allenamenti, ho iniziato a correre in inverno ed infine sono passato al trail, con la conseguenza che ho avuto un'esplosione di materiale che ha invaso un intero cassettone più parte del garage (per fare un esempio ho QUATTRO zainetti da trail, uno per ogni specifica occasione).

Adesso devo gestire il materiale di 3 discpipline diverse: abbigliamento corsa, abbigliamento bici, materiale nuoto, chè va bene che si parla di un costume, però mica posso andare in piscina con un accappatoio da pezzente, quindi devo fare in modo che per ogni allenamento in piscina devo avere il tutto a disposizione.

Insomma, uno stress aggiuntivo. E guai a dimenticarsi di far andare la lavatrice, pena trovarsi nella spiacevole condizione di dover arrabattarsi per poter sostenere l'allenamento.

Intanto, visto che venerdì, ecco la sotto rubrica:

Buoni Propositi WE 9/2011


Della serie, quello che scrivo è potenzialmente una marea di cazzate, ecco che già quanto detto sui giorni buoni per allenarsi non vale già più.

Necessito di cambiare il nuoto del venerdì spostandolo al lunedì. Non cambia molto, ma questo porta per il fine settimana ad un piano più light.

Sabato uscita di corsa. L'idea è fare il giro da 15 del Marzale a passo "allegro".
Domenica uscita in bici in solitaria nella tarda mattinata, sfruttando al meglio il sole e la temperatura mite, così da non sacrificare troppo la famiglia. Starò sulla cinquantina di km senza troppi calcoli, come vengono vengono.
 
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giovedì 3 marzo 2011

Piano Vs Tabella

Torno ancora sull'argomento, man mano che procedo con la lettura del libro e con l'alternarsi degli allenamenti.

Posto che è mia intenzione abbandonare approcci anarchici per l'allenamento, si pone ora il quesito su come impostare il tutto in un'ottica agonistica, chè senza obiettivi non avrebbe senso stare qua a raccontarsela.

E' più appropriato parlare però di piano anziché tabella.

Il termine tabella mi fa venire in mente qualcosa di statico e ripetitivo, mentre il piano lo vedo come un qualcosa più strutturato in un arco temporale più lungo.

Gli obiettivi sono molteplici:
  • Allenarsi meglio
  • Raggiungere la forma al momento giusto
  • Diversificare gli allenamenti per non scadere nella noia e nella stagnazione, tipiche di settimane che si ripetono sempre uguali.
Naturalmente alcuni punti fermi devono esserci, però la periodizzazione e l'alternanza di carico e scarico giocheranno il loro ruolo.

Non ho ancora stabilito nulla in modo definitivo, soprattutto perché non sono ancora sicuro sul quando vorrò gareggiare (prima o dopo l'estate, sto guardando i calendari alla ricerca di un paio di gare sulla distanza Sprint che siano congeniali), tuttavia alcuni punti fermi posso già enunciarli:
  • Alternanza: mercoledì e venerdì piscina, martedì e domenica corsa, sabato bici, con opzione d'invertire nel week end i due sport in relazione al meteo (uscire in bici con la pioggia non mi attira più di tanto)
  • Macrocicli: creare dei macrocicli sulle 4 settimane con obiettivi specifici (endurance, potenza, ritmo ...)
  • Scarico: all'interno di ogni macro ciclo riservare l'ultima settimana allo scarico, ovvero ridurre il volume per favorire il recupero, prediligendo però l'intensità
Detto tutto questo, ieri sera ottima sessione di nuoto, con piscina semi deserta. 5 persone per 6 corsie, quasi un peccato dover andare a casa.

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mercoledì 2 marzo 2011

Allenamento corsa: Qualità Vs Quantità

Ieri ho approfittato di un impegno di lavoro che faceva slittare tutta la giornata in avanti per poter correre la mattina anziché la sera.

Il sole e la temperatura non hanno fatto altro che favorire le intenzioni che avevo già, ovvero virare la tipologia d'allenamento.

Arrivando dall'ultra trail, come ho già avuto modo di scrivere, m'ha portato in questi anni a propendere per la quantità anzichè la qualità degli allenamenti. L'obiettivo dell'allenamento era fare sempre più km, sempre più ore sulle gambe, sempre più dislivello.

Endurance pura.

Adesso mi trovo nella condizione di dover cambiare radicalmente registro, per cui almeno nella corsa, dove sono ferrato, devo puntare su carichi minori, ma più intensi.

Già la tapasciata di domenica scorsa con i suoi 20 km penso sia stata eccessiva.

Ieri ho quindi deciso d'accorciare il giro classico del Marzale da 10 a 8 km, con un innalzamento del ritmo.

Senza troppi piani ho iniziato come veniva, per poi nel finale provare a spingere, senza guardare durante la corsa nè tempo nè bpm, solo sensazioni. Una sorta di fartlek.

Questo il dettaglio, con intervalli sui 250 metri:


Alla fine sono arrivato con la sensazione "d'aver lavorato bene" ed era esattamente quello che m'ero prefissato. Un cambio radicale di ritmi.

Da notare come, appunto scegliendo una visualizzazione sui 250 metri, riesco ad isolare alcuni eventi che rallentano: attraversamenti pedonali, una scarpa slacciata, il semaforo.

La conclusione è quindi quella di lavorare prettamente su questa tipologia d'allenamento per quanto riguarda la corsa. Per quanto riguarda nuoto e bici devo ancora capire cosa fare, anche se onestamente penso lavorerò ancora per un po' nel costruire il fondo su cui poi basare la qualità, soprattutto per il nuoto.

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IO NON GETTO I MIEI RIFIUTI

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