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ATTENZIONE: In questo blog leggerete anche parecchie cazzate. Maneggiare il tutto con cura.

lunedì 15 febbraio 2010

Rifugio Brioschi


Questa è l'immagine dell'ultimo tratto della bella salita che conduce al rifugio Brioschi, in Grigna.

Una salita durissima nell'ultimo tratto prima della cresta finale (anch'essa da non prendere sotto gamba), con una pendenza vicina ai 50°. Ramponi praticamente obbligatori, e richiesti tanta gamba e fiato.

Il Brioschi, a 2400 metri slm, è un rifugio che nella stagione invernale, date le caratteristiche dei suoi accessi - salitone o cresta dove devi imbragarti - è meta di alpinisti, camminatori, trekker, chiamateli come volete, più che esperti.

Non ci si improvvisa una domenica per accedervi. La vetta ce la si guadagna, dopo oltre 1700 metri di dislivello, nella neve.

Perché tutto questo preambolo?

Se guardate la foto noterete che a causa di altitudine, vento, nuvole in arrivo, in poche parole LA MONTAGNA, ho indossato la mia giacca Patagonia, recentement acquistata a non pochi eurini.

Giunto al rifugio entro, accedo allo spogliatoio, lascio giù ramponi, bastoncini, zaino, giacca bagnata per andare poi nella sala da pranzo a rifocillarmi.

Quando mi preparo per scendere l'amara scoperta che la mia bella giacca mi è stata ciulata.

Non faccio tanti giri di parole. Impossibile credere ad uno sbaglio, impossibile credere che qualcuno credendo fosse la sua giacca l'abbia scambiata (anche perché non c'era nulla al posto della mia).

Ecco: andando a ripensare alle facce viste al rifugio non riesco a immaginare chi possa essere stato, proprio perché mi ero sentito, fino a quel momento, IN montagna, tra gente di montagna, non tra escursionisti improvvisati, sciatori fighetti giunti in cima sulla seggiovia con la morosa, sciure coi moonboot col pelo. Tra l'altro tutti ultra-trentenni, mica ragazzini.

Era tutta gente che la montagna la vive tutto l'anno, consapevole che al di là del danno economico arrecatomi (non poco, ma in fin dei conti sopportabile), m'aveva lasciato a 2400 metri, in pieno inverno, con una perturbazione che era da un po' che girava intorno (e fortunatamente dissolta), senza uno straccio di giacca per tornare a valle.

E' questo che più m'ha lasciato amareggiato, anche perchè d'ora in poi quale sarà il mio stato d'animo entrando in un rifugio? Starò sempre sul chi va là?

Pensavo che la montagna, intesa come MONDO, fosse qualcosa in cui i valori contavano ancora. Pare mi sia sbagliato, pare che la mia innata fiducia nel prossimo, almeno in questo contesto, sia fuori luogo.

Lo scorso anno al traguardo del Valdigne m'hanno ciulato la frontale: erano le 3 di notte, eravamo una decina di finisher, qualche parente, 4 cronometristi e 2 addetti al ristoro. Eppure qualcuno ha spostato la mia roba per portarmi via una frontale usata e lurida da 3o euro.

Oggi l'incazzatura è calata, l'amarezza meno.

***

1 commento:

Anonimo ha detto...

cosa mi tocca leggere......., passi un politico che ruba ma adesso anche un "alpinista" che ti lascia in mutande a 2400 metri!!!!!!!!

IO NON GETTO I MIEI RIFIUTI

IO NON GETTO I MIEI RIFIUTI
Anche io aderisco alla campagna di ST