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ATTENZIONE: In questo blog leggerete anche parecchie cazzate. Maneggiare il tutto con cura.

lunedì 18 maggio 2009

Ho chiuso le Porte di Pietra

Il titolo del post l'ho ripreso dalla maglia finisher che mi è stata data sabato, quando alle 19:24, 11 ore e 24 minuti dopo la partenza, ho tagliato, raggiante, il traguardo delle Porte di Pietra.

Raggiante. Già, perché se da un lato sognavo le 12 ore, dall'altro avevo stimato un tempo tra le 13 e le 14. Arrivare in quel tempo, per di più pensando che se ci avessi creduto un po' durante sarei anche stato sotto le 11, non ha fatto che esaltare il mio ego, che in queste situazioni va a mille.

Raccontare un ultra come le Porte di Pietra non è facile.

Ci sono tante emozioni, prima durante e dopo, tante situazioni, che il rischio è quello d'essere riduttivi, o eccessivamente prolissi. Ci provo.

Venerdì mi sono preso un giorno di ferie, per riposare, per arrivare alla corsa del giorno dopo senza la stanchezza di una giornata lavorativa. Ho preparato con calma il tutto e dopo un viaggio veloce parlando di corse, eccoci a Cantalupo Ligure, dove ritrovo tanti amici e compagni di corse.

La cena la passiamo raccontandoci esperienze, tattiche, aspettative. La mia tensione pre-gara è in parte attenuata, ma sento che sarà dura. 70 km non saranno uno scherzo.

Si dorme in palestra e la mattina, fresco e riposato, alle 8 puntuali, eccoci in 190 prendere il via.

Parto tranquillo, la strada è lunga. Avrò tutto il tempo di correre.

La prima salita è tostissima, si sale in cresta, alcuni tratti esposti con corde fisse che mi esaltano. E' tra i tipi di percorsi che preferisco.

Vado bene, arrivo ai primi due ristori in compagnia di Fluido. Mangiamo, beviamo. Poi lui parte, ormai ha fatto il salto di qualità, non riuscirei a stargli dietro per molto.

Mi aggancia Michele e con lui inizia un lunghissimo tratto, 30 e più km, in cui corriamo insieme.

Si parla, per stemperare la fatica. Ai tratti in salita, drittoni molto muscolari, si alternano falsi piani all'interno di faggeti, molto corribili.

Al ristoro del 50° km una coca al bar. Dico che vado avanti per non prendere freddo, una distrazione, ed eccomi a perdere il sentiero giusto. Sono 300 metri, ritorno, ma Michele ormai è ripartito, e pensandomi davanti, inizia a tirare per riprendermi. Ci vedremo al traguardo.

Inizio gli ultimi 20 km, che correrò praticamente da solo (supererò solo 3-4 concorrenti sul finale).

Arrivo all'ultimo km. Vedo il paese in lontananza, poi mi rendo conto che è un altro paese. Cantalupo Ligure è proprio sotto di me, manca un km, forse meno. Inizio a tirare, sono sicuramente sotto i 4'/km, ho ancora energie da vendere. La cosa mi esalta. Taglio il traguardo dopo una volata a braccia aperte durata 200 metri, mentre raccolgo gli applausi di un discreto pubblico. Me li sono meritati. Grazie.

Devo dire che nemmeno per un momento, dalla partenza, ho avuto il dubbio di non arrivare. Mai un momento di crisi, nè fisica nè mentale, è andato tutto bene.

Condizioni climatiche per me ideali, niente sole e temperatura accettabile, che sebbene siano andate a scapito del panorama (ecchisenefrega del panorama, mi verrebbe da dire), non mi hanno fatto penare.

Ho tenuto fede alla tattica di mangiare e bere con regolarità, anche quando non ne sentivo il bisogno impellente. Forse da rivedere il fatto di fermarsi a mangiare, magari avrei potuto mangiare camminando. Tutta esperienza da mettere in pratica alla prossima.

La strada per Chamonix passa anche per Le Porte di Pietra.

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IO NON GETTO I MIEI RIFIUTI

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